La magnetoterapia agisce sulle singole cellule del corpo “ricaricandole” di energia.
Le cellule vive, sia nervose che muscolari, ed in genere tutte le cellule del corpo, possiedono un potenziale elettrico, definito potenziale elettrico di membrana a riposo (Em), calcolato dalla differenza di carica elettrica intra ed extra cellulare. Tale valore oscilla, in funzione del tipo cellulare, da -55 a -90 mV.
Più basso è questo differenziale di potenziale e più bassa è la vitalità della cellula. In generale, in seguito ad una lesione muscolare, un trauma, una ferita, una malattia, o altri eventi negativi, le cellule circostanti l’area interessata, perdono parte della loro carica elettrica (cioè variano il loro differenziale di potenziale).
In alcuni casi è possibile reintegrare la parte di carica persa (biostimolare): il campo magnetico generato è in grado di trasferire carica elettrica alla cellula stessa.
Tale efficacia si basa in particolare sulla pulsazione del campo magnetico che viene attivato, poi spento, poi attivato di nuovo in rapida sequenza. Questo meccanismo “condiziona” la cellula che viene stimolata con una sequenza di campi magnetici che cedono energia alla cellula “ricaricandola elettricamente”.
Le modificazioni biologiche indotte dai campi magnetici sulle membrane biologiche, sulle cellule e sui vasi determinano effetti terapeutici di vario tipo: antinfiammatorio, antiedemigeno e stimolante della riparazione tissutale.
Il rilassamento della muscolatura, ottenuto con la magnetoterapia, contribuisce a sua volta a migliorare la microcircolazione, le fibre lisce si rilassano e si produce un effetto di vasodilatazione, il rilascio di endorfine contribuisce ad elevare la soglia del dolore, ed una leggera iperemia produce un effetto antinfiammatorio.
Durata del trattamento:
In generale la magnetoterapia richiede tempi di trattamento medio-lunghi. Si consiglia di eseguire cicli di 20 giorni per la durata minima di 4-5 ore giornaliere, salvo diverse indicazioni da parte del medico. Se necessario è possibile ripetere il trattamento più volte durante l’anno (per esempio in caso di artrosi, artriti, osteoporosi e dolori articolari).
Ad ogni modo non ci sono rischi di sovradosaggio noti.
Per questo motivo il mio studio dispone di diversi apparecchi da dare a noleggio ai pazienti in modo da rendere più comoda ed efficace la terapia.
Gli effetti prodotti nel corpo umano sono diversi, descrivo quelli più importanti:
Osteogenesi: la magnetoterapia stimola l’attività degli osteoblasti, ovvero delle cellule responsabili della rigenerazione del tessuto osseo. Proprio per questo la magnetoterapia, in particolare quella a bassa frequenza, è indicata per tutte le patologie a carico del tessuto osseo, come ad esempio l’artrosi o l’osteoporosi. Risulta molto indicata per i ritardi di calcificazione in seguito a fratture.
Effetto antalgico: il rilassamento del tessuto muscolare decomprime i tessuti adiacenti, la soglia del dolore si alza, la circolazione migliora avendo diminuito la pressione sulle arteriole e le venule e tutto ciò che contribuisce a frenare il processo infiammatorio.
Effetto rilassante sulla muscolatura liscia e striata: agisce sulle contratture muscolari, rilassando le fibre e allo stesso tempo decomprimendo le articolazioni su cui agiscono i muscoli interessati, liberandole da un’eccessiva pressione.
Controindicazioni:
pazienti in stato di gravidanza, tubercolosi, aritmie gravi o portatori di pacemaker, portatori di protesi magnetizzabili, infezioni acute, epilettici (salvo diverse prescrizioni mediche).